DELIA SOCCI  SKIDMORE

 

I RACCONTI DI DELIA :PRIMA PARTE  De

 

 La emigrazione degli italiani nel mondo è la grande epopea del nostro mondo a cui dobbiamo in ultima analisi anche il nostro attuale benessere ma essa rimane  quasi sempre non adeguatamente  conosciuta per la mancanza di interesse delle parti politiche.

 Per una migliore  comprensione di quelle vicende   pubblichiamo, a cadenza settimanale, racconti di emigrazione di Delia Socci  Skidmore che ci sembra abbiano un grande valore rievocativo dovuto alla semplice presentazione del vero.

 Delia emigrò da ragazza negli anni 50 dalla natia Settefrati ( Frosinone) negli Stati Uniti. A distanza di circa cinquanta anni rievoca  quei momenti e poi  il suo essere italiana d’America. Dotata di naturale talento narrativo con pochi semplici e chiari tocchi ella fa ci fa entrare  direttamente in un mondo che, a volte ormai non esiste più, ma che nella sua memoria è rimasto inalterato, un attimo di eternità.

 

 LA PARTENZA (clicca qui) ) 

Inizia il viaggio:  chi parte ha la valigia piena di sogni ma chi resta? Campeggia nel racconto la figura della nonna, che vede il suo mondo dissolversi, che ricaccia indietro le lacrime, che importa  che non vedrà più i figli e i  figli dei suoi figli se cosi essi avranno vita migliore? E quindi eccola che incoraggia la nipotina, che riempie  le valigia di salami e formaggi perchè almeno un poco del suo mondo giunga ancora ai suoi figli lontano. Le prime vittime dell’emigrazione furono  quelle  che non emigrarono    

 

L'IMBARCO (clicca qui)  

Tutto quello che accade è fissato come in un film della memoria che  si può rivedere all'infinito e in ogni particolare è fissato per sempre, lucido e preciso. Gli avvenimenti hanno maturata la giovane ragazza che pensa, parla e vede orami da donna matura

 

LA TRAVERSATA (clicca qui )

 Ormai si raggiunge l'America con i moderni transatlantici, gloria italiana : la traversata quindi è un piacevole diversivo  e si possono godere di quelle comodità moderne  che non sempre si trovano a casa.

 

ARRIVO A NEW YORK (clicca qui)

Dopo la bella traversata cominciano  le difficoltà: la truffa fatta in combutta fra italiani e americani con oggetto i preziosi prodotti gastronomici italiani ,un pezzo di patria viva nelle terre lontane. Ma in fondo la ingegnosità dell'imbroglio ci fa sorridere e poi ormai si è arrivati. Ed ecco allora i giovanotti farsi avanti: non è facile trovare una "vera" sposa italiana in una popolazione in maggioranza maschile: meglio farsi avanti subito e battere la concorrenza sul tempo! E le difficoltà linguistiche in una comunità che non ha una lingua propria poi si superano facilmente.

 

 

 LA CHIESA DI STAMFORD (clicca qui )

Le nuove ondate di emigrazione mettono in forse le conquiste delle ondate precedenti: è quello che temono gli Irlandesi all'arrivo degli Italiani. E  il fatto si riflette anche nell'uso della chiesa: ma poi gli Italiani si conquistano con il duro lavoro il loro posto e si costruiscono la propria chiesa per mantenere viva le loro tradizioni.

 

I RACCONTI  DI  DELIA : SECONDA PARTE

 I PRIMI GIORNI IN AMERICA

 Continuiamo la   pubblicazione dei racconti della signora  Delia Socci Skidmore . emigrata  dalla natia Settefrati  in America

Ella cosi definisce lo stato d'animo delle ragazze che come lei  erano appena arrivate dall'Italia:

 

"Questo mese  ricorre l’anniversario della mia venuta in America. erano gli anni '50. Ho serbato vividi ricordi di quei primi giorni nel nuovo mondo.

Ragazze come me arrivavano dall’Italia quasi tutti i giorni .Portavamo con noi sogni e speranze e la determinazione di conquistare il nuovo mondo.

La nostra grande speranza era di trovare lavoro , guadagnare qualche soldo, aiutare la famiglia e essere indipendenti. Il nostro sogno era di incontrare un bravo ragazzo, sposarci e fare famiglia. Ne parlavamo spesso tra le amiche. Il ragazzo ideale sarebbe stato figlio d’italiani nato qua’,gia’stabilito nel lavoro e con qualche anno di scuola superiore. Ancora non lo sapevamo ma gia’ avevamo il  “AMERICAN DREAM”

 

Ormai Delia  ha realizzato il suo sogno americano, è una donna che ha raggiunto successo economico e prosperità  secondo il sogno e i valori della " american way of life" e ne è orgogliosa, giustamente orgogliosa perchè le ha raggiunto attraverso le difficoltà e i sacrifici con i quali una intera generazione di italiani si è fatta  strada in lontani paesi dando  onore alle loro italianità.  Nulla ha dimenticato, nulla vuole dimenticare e scrive perchè altri, i suoi figli e si suoi  nipoti, gli altri emigrati e tutti gli italiani al di qua e al di la dell'oceano  possano ricordare. .

In questa  seconda serie di racconti a quasi 50 anni dagli  avvenimenti,  Delia  rievoca i primi giorni del suo soggiorno americano con la chiarezza e con  tutti i particolari significativi che impressi nella memoria costituiscono ormai un! "attimo di eternità"  che noi vogliamo offrire all'attenzione  e alla riflessione  dei nostri i lettori

 

Nel primo racconto ci descrive la meraviglia della ragazza abituata ai paeselli e ai  monti dell'Abruzzo che vede per la prima volta l'America in cui tutto ha una caratteristica: è grande, tanto grande

Il primo giorno  a New York

 

 Molto belle le case americane, c'è tutto, tutto bello: ma mancano di un elemento fondamentale: il camino: come è possibile concepire una casa senza di esso, il vero centro di ogni casa,  dove si riunisce sempre la famiglia?

 Ma manca il "focolaio"

 

Ma il sogno non è cosi semplice: quando si è di fronte alla realtà all'ignoto, alle difficoltà che non si conoscono  lo sgomento prende per un momento la giovane Delia: ma pare solo un momento:un incubo che sparisce alla prima luce del sole, ai primi odori inconsueti  di una strana colazione

Il mattino dopo

 

Viene subito il primo giorno di lavoro: timore e speranze e poi l'impatto traumatico con un tipo di lavoro affatto nuovo: non si tratta dl lavoro umanizzante e personale a cui si era abituati. Si è invece alla assembly line (catena di montaggio) e un mondo nuovo freddo  e alquanto ostile le si presenta

 il primo giorno di lavoro

 

 Ma poi arriva anche il primo giorno di paga: pochino a dire la verità ma quante speranze e sogni e progetti intorno  a quei primi pochi dollari E' il segno di  una vita nuova, di possibilità mai intraviste nel paesetto che si è lasciato

Il primo giorno di paga

 

Di domenica si va a messa: ma con il cappellino, come vuole la zia perchè si usa cosi in America. E il contrasto con la zia emerge chiaro  forte:gia si intravede  il carattere forte e fiero della ragazza venuta dal paese: ha tutte le caratteristiche che la faranno una "winner" (vincente) e non sarà certo una"loser" (perdente)

Il Cappellino nero

 

Ma poi man mano si comincia a comprendere il nuovo mondo degli americani. Ciò che sembrava strano e incomprensibile diventa logico e opportuno man mano che si  comprende il nuovo modo di vivere: le scarpe alte saranno eleganti ma non adatte a una donna che vuole lavorare

"The village"

 

Viene il problema dei problemi per ogni ragazza: i rapporti con i ragazzi. Ma se  in tutto il mondo costituiscono il problema più importante pur tuttavia il modo di affrontarlo può essere molto diverso a secondo degli  ambienti. E cosi la giovane Delia vede con sgomento e speranza insieme capovolgersi tutto il suo dizionario di ciò che è lecito e di ciò che non è lecito

Uscire insieme

 

 

Ultimo racconto della 2° serie: a presto una nuova serie