Relazione di Enza Landolfi  su visita ad Univ

 

PREMESSA

 

 Nel  luglio di quest ‘anno  (2005) sono ritornata in Ucraina dopo quattro anni e il giorno  2 agosto mi sono recata ad Univ

 In questo periodo l’opera  dell'AIAC e dei ragazzi della  scuola dove insegno è continuata: ogni anno,  con impegno davvero  encomiabile, hanno inviato materiale di vestiario  didattico  e altro  entro Natale, cioccolatini per Pasqua e i proventi provenienti da una pesca di beneficenza di oggetti e lavoretti. Il ricavo è stato  inviato ogni anno attraverso una signora  ucraina  che si reca a Univ e lo consegna direttamente alla direttrice  che poi pensa  a farne buon uso.  Ogni lavoro nuovo alla scuola è regolarmente documentato con foto  che mi vengono inviate e che provvedo a inserire sul sito internet e inoltre in un raccoglitore a disposizione di coloro che  che desiderano vederle.

 

L’ARRIVO AD  UNIV

 

Io comunque, sono tornata in Ucraina  a Univ   per constatare di persona  come siano riusciti a migliorare la scuola. La direttrice è stata avvertita  del mio arrivo. Pensavo di trovare la scuola senza bambini in quanto stavamo in agosto.  Il professore Horest è venuto a prelevarci   ad L'viv dove risiedevo  con una fiammante 124  che gia conoscevo perchè è la stessa di quattro anni fa e si è messo gentilmente a nostra disposizione.  Verso le 10,30 da L’viv  siamo partiti per Univ.  Lungo il percorso  ho riconosciuti i luoghi e in particolare i  nidi delle cicogne  sui pali della luce. Quando l'auto ha svoltato nella strada di Univ  ho avuto l’impressione  che qualcosa fosse migliorata: la strada infatti è stata asfaltata e non è più in terra battuta. Le case sono  povere ma imbiancate e disegnate con figure geometriche.  molto semplici ma che danno un tocco di grazia alle strutture

Superata la terza curva della strada ho sentito un tonfo  al cuore: ho riconosciuto la scuola e c’erano anche i bambini ad aspettarmi . man mano che ci avvicinavamo ho visto che c’erano anche tutti gli insegnanti.

 

L’ACCOGLIENZA

 

Appena scesa dall’auto la direttrice mi ha accolto molto cordialmente e ugualmente tutte le insegnanti. La mia attenzione si è rivolta quindi ai bambini  che non erano tutti. (altri erano al lavoro) e sui loro volti ho visto tanta gioia. Due bambini mi hanno offerti fasci di fiori. Li ho abbracciati e baciati tutti ed anche io ero molto felice. Ho distribuito caramelle a tutti i ragazzi che mi ringraziavano in italiano. La direttrice e gli altri insegnanti mi hanno accompagnata poi a a visitare la scuola. 

 

LO STATO DELLA SCUOLA

 

Nelle aule a pianterreno  sono stati eseguiti vari lavori:  porte nuove (€.300 ciascuna). Le pareti  sono state imbiancate e coperte da listelli di legno per proteggere i bambini dall’umidità.

 In una delle aule vi era una nicchia con  un quadro della Madonna.

 Sono salita al piano superiore per una scala di legno rinnovata da poco tempo. In altre due aule vi sono  due porte nuove e lavori di legno iniziati in uno di esse. Pochi i banchetti e le sedie in ciascuna delle aule e  piuttosto vecchi.

 

LA SALA INSEGNANTE

 

 Sono stata poi accompagnata al primo piano nella sala dei docenti  dove ci aspettavano tutti gli insegnanti. Anche qui  le  pareti erano state ricoperte di legno.   Era stata preparato un tavolo coperto da una  tovaglia ricamata a mano, caffè polacco, una bottiglia di vino, una scatola di cioccolatini  e un piattino con fette di limone. Simpatia e cordialità sono la migliore definizione di queste gentili insegnanti.

Alle pareti di questa sala  insieme ai lavori degli alunni si notava   un cartellone con le foto della mia scuola  con i miei alunni.  Per me è stata una grande gioia. C’erano anche le foto del maestro Sguro  con il il papa Giovanni Paolo II. Ho chiesto di continuare nei nostri rapporti , di scrivere di inviare lavoretti degli alunni da poter vendere in Italia e di usare nel migliore dei modi le somme raccolte in Italia  e inviate. 

 

IL COMMIATO

Ci siamo quindi tutti salutati cordialmente nella speranza di poterci vedere ancora.

L’ultima immagine rimasta impressa nei miei occhi  e che ancora rivedo  è quella dei bambini affacciati al muretto  della scuola  che mi salutavano con le mani  dicendo “ciao”  mentre la macchina si allontanava :  non riuscivo a trattenere la mia profonda emozione.