A S.E. Mons. Beniamino De Palma 

                                                                                                     Vescovo di Nola

 

Ringraziando S.E. Mons. Beniamino De Palma per aver ribadito ancora una volta, nella lettera aperta del 04/02/2004 sulla stampa, il Suo No e quello di tutta la Chiesa nolana sia per l'istallazione dei nuovi termovalorizzatori in Campania che per l’attuazione del “Piano Cave”, colgo le parole chiave usate da S.E. nel criticare duramente le scelte compiute dalla gestione commissariale per l’emergenza rifiuti, senza dimenticare, guasti irreparabili causati dall’ecomafia “una camorra feroce e senza scrupoli” che ha pilotato “ indisturbata un mostruoso traffico di rifiuti tossici dal Nord al Sud. Questo è un fatto illegale contro cui magistratura e forze dell’ordine stanno e continueranno ad indagare”. Mons. De Palma contesta la scelta di localizzare un termovalorizzatore ad Acerra, impianto definito il più grande d’Europa, al quale se ne dovrà affiancare un altro in località di Santa Maria la Fossa e ribadisco che il termovalorizzatore,  “portatore di morte lenta e sicura”, proprio non piace a nessuno. Ad Acerra si combatte, già da molto tempo, infatti è un anno di mobilitazione totale di tutti gli acerrani, ma fin dal 1999 personalmente ho seguito l’iter inerente tale problematiche ed ho avviato qualsiasi forma di lotta contro l’allocazione del termodistruttore, dando inizio a quella che è stata definita “Madre di tutte le battaglie ecologiche”, battaglia sostenuta dagli acerrani e non solo, in modo pacifico, corretto e determinato. La lotta al termovalorizzatore è condivisa allo stesso modo dalla totalità della popolazione acerrana che, senza divaricazioni sociali e politiche, unita dice “NO AL TERMOVALORIZZATORE” ed è proprio questa compattezza ad evidenziare che non si sta tentando, semplicemente, di boicottare un progetto, bensì di scongiurare un grave pericolo per tutta la comunità. In questi anni di lotta, tutte le criticità ambientali, ieri solo denunciate, oggi riscontrate attraverso le campagne di monitoraggio del nostro territorio, non soltanto  non sono state affrontate, né sono state avviate opere di bonifica, ma addirittura si sono aggravate. Il sorgere di quattro impianti a pochi chilometri in linea d’aria l’uno dall’altro che dovranno trattare i rifiuti di tutta la Campania pari a circa 4500 tonnellate al giorno e tutto ciò, senza preoccuparsi minimamente della salute dei cittadini e della tutela ambientale. Pertanto i motivi dell’opposizione alla costruzione dell’impianto termodistruzione sono tanti a vari. La costruzione dell’inceneritore comporta ulteriori rischi ambientali relativi al trasporto in siti CDR, alle emissioni dei fumi nell’atmosfera, al riutilizzo e al riciclo o dispersione delle acque per il raffreddamento, allo smaltimento delle ceneri tossiche finali. La costruzione dell’inceneritore comporta il definitivo collasso dell’agricoltura, che ad oggi conta solo ad Acerra più di 300 imprese, basti segnalare che l’agricoltore acerrano dovrà rinunciare alla propria attività o accontentarsi di sopravvivere. La costruzione dell’inceneritore porterà un ulteriore aumento della disoccupazione, in assenza della raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio, al riuso, alla riduzione dei rifiuti, nonché di insediamenti industriali rispettosi dell’ambiente e della salute. Su questi temi, combattendo la politica delle discariche e gli interessi della camorra, l’amministrazione Comunale, le associazioni culturali, la chiesa, cioè tutta la Comunità acerrana, nella convinzione di tutelare gli interessi propri, dei cittadini dei territori limitrofi e dell’intera regione Campania, sapranno far valere i propri diritti. Sento forte la necessità di ringraziarLa Eccellenza per aver ancora una volta parlato ai sordi, ai non vedenti, con la speranza che un miracolo possa far loro ascoltare e comprendere le ragioni di un’intera lotta e di una grande Comunità, da anni impegnata contro l’allocazione sul proprio territorio di un impianto di termovalorizzatore dei rifiuti e contro il Piano regionale di smaltimento il cui fallimento è ormai evidente, non dipendendo dall’inizio dei lavori di costruzione dell’impianto la soluzione dell’emergenza rifiuti in Campania.

 

Il Sindaco

Dr. Michelangelo Riemma