I venti operai della fonderia Delmar occupano l’opificio

 dopo la chiusura forzata e denunziano il proprietario  

 

La mattina dello scorso 13 luglio gli operai della fonderia Delmar s.n.c di Napoli,  come di consueto sono giunti sul posto di lavoro in via Posillipo 228 e hanno trovato il cancello chiuso dal liquidatore della C.I.D. s.p.a. signor Antonio Sirabella. La storica fonderia Delmar - Gemito  svolge l’attività artistica dal lontano 1970 nei locali di via Posillipo. I venti operai hanno subito richiesto ed ottenuto l’intervento dei Carabinieri per la dovuta constatazione dell’accaduto i poi si sono recati nella sede del comando di via Orazio dove l’amministratore della Delmar Attilio De Luca ha presentato denuncia nei confronti della Cid s.p.a., la compagnia italiana drenaggi proprietaria dell'immobile. La temeraria decisione di impedire l’accesso dei lavoratori alla fabbrica artigianale non era stata comunicata al titolare Attilio De Luca che produceva ai Carabinieri le prove del contrario a dimostrazione della loro legittima permanenza nell’opificio. Giorno 14 luglio tutti il personale si è presentato al cancello della fabbrica nella speranza fosse emerso il buon senso da parte della Cid s.p.a., ma constatano che la sera precedente la proprietà aveva rafforzato con nuove chiusure blindando l’opificio e realizzano che ormai avevano perso definitivamente il posto di lavoro, unanimemente decidono di forzare le nuove chiusure per occupare la fabbrica intenzionati a far prevalere le loro giuste ragioni. L’Associazione Internazionale di Apostolato Cattolico (AIAC) segue da mesi la vicenda ed ha coagulato l’interesse del mondo della cultura, dello spettacolo e della politica portando l’insolito ed assurdo caso sul tavolo del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e del Ministro dei Beni Culturali ed Ambientale On. Rocco Bottiglione, promuovendo dibattiti e spettacoli nella sede della Delmar e realizzando uno storico documentario in DVD inviato a tutte le autorità regionali e nazionali. Il m/° Gennaro Angelo Sguro ha dichiarato: <<Resta ancora da chiarire come le grotte demaniali, ospitanti oggi l’opificio, nel 1924 sede della fabbrica d’armi Sanim s.p.a., sia poi passata impunemente nelle mani di privati. Aspettiamo che la magistratura e la Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Napoli facciano piena chiarezza sulla questione, anche perché Napoli non sia privata e penalizzata ulteriormente e perdere così un bene comune di chiaro interesse storico-artistico-ambientale-lavorativo, che probabilmente potrebbe diventare in futuro ambita preda di pericolose strategie speculative>>. Il Centro Studi “Don Luigi Sturzo” dell’Aiac ha realizzato per la fonderia Delmar il progetto di sviluppo, legalità e utilizzo “Obiettivo Napoli”, che già è stato consegnato al Prefetto Renato Profili, al comune e alla provincia di Napoli, ai presidenti del Consiglio e della Regione Campania. Al momento l’unico serio impegno di concreta proposta è stato quella della dottoressa Rosalba Cerqua presidente della commissione consiliare Sviluppo che ha portato un documento in consiglio alla Sala dei Baroni ed ha dichiarato: << In questa ottica, si potrebbero prendere in considerazione anche l’ipotesi del rinnovo del contratto di fitto o l’esproprio definitivo dell’area - tanto più considerando che da questa decisione dipende il destino di venti lavoratori, e che, non da ultimo, la fonderia e l’Associazione Internazionale di Apostolato Cattolico (Aiac) hanno appena fatto costruito un progetto etico di sviluppo alla legalità che interessa il futuro stesso di tutti i nostri quartieri. L’iniziativa “Obiettivo Napoli” - Progetto etico alla legalità e sviluppo, potrebbe, inoltre, essere il primo passo per la creazione di un’ottima scuola di formazione>>  conclude la Cerqua.