L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DI APOSTOLATO CATTOLICO

(AIAC) FONDA LA FEDERAZIONE ITALIANA LAVORATORI CATTOLICI

 

Un nuovo e importante Dipartimento è stato costituito all’interno dell’Associazione Internazionale di Apostolato Cattolico, della quale è presidente il maestro artista Gennaro Angelo Sguro, che alla presentazione alla stampa ha detto: “Ho ritenuto indispensabile creare un nuovo soggetto sindacale, che si occupi delle questioni che riguardano i lavoratori, specificamente un diverso approccio tra Capitale e forza Lavoro - Per questo - continua il presidente dell’Aiac - ho ritenuto necessario creare un nuovo soggetto come la Filc, che possa dare dignità e futuro al mondo del lavoro”. E’ la Federazione Italiana Lavoratori Cattolici - FILC -, che da oggi integra e affianca gli altri Dipartimenti dell’AIAC, nel nome del lavoro e dell’arte in particolare. Al suo interno, infatti, è prevista la sezione speciale del settore artistico, denominata Federart del Mediterraneo. La costituzione è avvenuta nel cuore della Napoli storica, nelle grotte greco-romane di Posillipo, dove è allocata l’antica Fonderia Delmar-Gemito, fondata da Vincenzo Gemito, fucina di capolavori e manufatti d’alto pregio prodotti secondo le antiche tecniche della fusione e della cesellatura da provetti  artigiani. Questo il motivo per il quale è necessario che la Fonderia Delmar-Gemito, i cui prodotti sono conosciuti in tutto il mondo e esposti nei maggiori musei, entri a pieno titolo nei circuiti turistici e culturali, per essere visitata e  per offrire la sua testimonianza di una storia artigiana e artistica che si perpetua da generazioni infinite. In quelle smisurate grotte, che sembrano riecheggiare i versi di Omero e di Virgilio, lavorano decani dell’arte del bronzo, ma anche giovani artigiani che dai maestri apprendono con entusiasmo e che già sono diventati anch’essi maestri. A loro stimati e vecchi artigiani viene affidato il compito di dare il testimone ad altri giovani per perpetuare una delle arti più antiche e caratterizzanti della civiltà dell’uomo. Purtroppo, il tempo della globalizzazione e del profitto non li tutela come dovrebbe. Neppure i sindacati delle grandi sigle, tant’è che, di fronte al malanno provocato da un’imposizione di sfratto finalizzata a un lucroso progetto commerciale,  che non offende la Delmar-Gemito ma tutta la città di Napoli, questi non sono scesi in campo, forse perché abituati a sostenere scioperi e proteste di massa più che di qualità. Trasferire la Fonderia dall’ombelico di Napoli, dove costituisce una risorsa culturale e artistica, è un’aggressione alla civiltà partenopea. Ma anche Partenope non se ne accorge a sufficienza. Questo è il motivo per il quale proprio in questo tempio che è la Fonderia Delmar-Gemito è stata costituita la FILC con la sua Federart del Mediterraneo. La lettura e l’approvazione dello Statuto preordinato da Gennaro Angelo Sguro, nel corso della riunione che ha registrato la presenza e l’adesione di tutti i lavoratori della Fonderia, è avvenuta  subito dopo la conferenza stampa con la partecipazione dei responsabili d’altri dipartimenti dell’AIAC, tra i quali quello più affine al novello dipartimento, qual’è la Federazione dell’ACRIAC con il segretario generale il maestro Antonio Landolfi, nonché la Consulta Laica Internazionale con il presidente Pasquale Marino e la Difesa della Vita con la presidente Anna Giordano ed il soprano greco Despina Scarlatou. Questa è una nuova testimonianza forte di solidarietà alla consociata FILC, la cui finalità primaria, come è scritto nello statuto, è quella di promuovere attività di tutela, istruzione, valorizzazione e sviluppo di tutte le attività manifatturiere e imprenditoriali legate al mondo dell’arte, della creatività e dell’abilità manuale. Presenti all’assemblea insieme a tutti i lavoratori della Fonderia, il titolare Attilio De Luca, Ciro De Luca e Francesco Guerritore, nipote di Vincenzo Gemito. Sono stati eletti all’unanimità Daniela De Luca, segretario generale e vice Alberto Boccalatte. Infine tutti come in un silenzioso rito ad apporre la loro firma, che ha siglato non soltanto un documento di diritto, ma anche un patto tra ieri, oggi ed il futuro, per tutelare e tramandare una delle arti più prestigiose dell’uomo faber, nel cuore della Napoli mediterranea.