LE RAGIONI DEL SUD

Intervento del Presidente dell’Associazione "Guido Dorso", Nicola Squitieri al convegno studio: "Non abbiate paura… disse S.S. Karol Wojtyla 2005 - 2010"- Università Parthenope complesso monumentale di Villa Doria d'Angri - Napoli, sabato 26 giugno 2010

Desidero vivamente ringraziare l’Associazione Internazionale di Apostolato Cattolico e, in particolare, il suo presidente Gennaro Sguro, per avermi rivolto l’invito ad intervenire e per aver organizzato questo incontro che - alla luce di un rinnovato impegno - apre significative sinergie per una comune riflessione sulla città di Napoli e più in generale sulla stessa realtà meridionale, tra istituzioni di alto valore scientifico e culturale.

Nei quarant’anni di attività l’obiettivo primario perseguito dall’Associazione "Guido Dorso", che ho l’onore di presiedere, è stato quello di tenere desta l’attenzione per il Mezzogiorno della classe dirigente favorendo contestualmente nelle nuove generazioni lo studio e l’approfondimento della problematica meridionale sotto i suoi vari aspetti, valorizzandone le migliori risorse.

Questo impegno è stato assolto soprattutto in momenti in cui l’annosa questione meridionale è stata quasi del tutto cancellata dall’agenda politica del Paese mentre il Mezzogiorno veniva rappresentato come una vera e propria palla al piede piuttosto che una risorsa per lo sviluppo dell’intera comunità nazionale. A 150 anni dall’Unità d’Italia il Mezzogiorno si interroga ancora su quale sarà il suo sviluppo; uno sviluppo che non potrà compiutamente realizzarsi se non sarà accompagnato da un progetto legato alla legalità e alla solidarietà. Occorrerà fare sempre più squadra per una corale battaglia che rompa definitivamente l’intreccio mafia-politica che rappresenta il vero cancro che fa perdere le risorse e frena lo stesso sviluppo delle regioni meridionali. Come non ricordare a questo proposito l’anatema lanciato contro i mafiosi da Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi di Agrigento o il suo invito dalle Vele di Scampia, a Napoli, ad organizzare la speranza. Il recente documento dei Vescovi sul Mezzogiorno chiede oggi da parte della stessa Chiesa del Sud di recepire fino in fondo la lezione profetica di Giovanni Paolo II e l’esempio dei testimoni morti per la giustizia. La CEI - riconoscendo l’inadeguatezza dell’attuale classe dirigente meridionale - chiede una forte e credibile testimonianza - in politica e non solo - da parte dei cristiani che sia di esempio e che venga riconosciuta e accompagnata sul territorio dagli stessi vescovi con l’obiettivo di bloccare una vera e propria paralisi dello sviluppo con le drammatiche conseguenze sull’occupazione che tutti noi ben conosciamo. Lo stesso disegno federalista del Paese, che nei prossimi mesi andrà sempre più a definirsi attraverso i decreti delegati, se non sarà improntato alla solidarietà e alla sussidiarietà segnerà un ulteriore passo indietro per regioni che sono già deboli e arretrate rispetto al resto del Paese. Anche su questi aspetti occorrerà promuovere una attenta riflessione da parte di tutte quelle istituzioni realmente interessate a difendere quelle che definiremo le ragioni del Sud che non dovranno ancora una volta essere tradite e disattese. Il divario Nord - Sud, anche alla luce della difficile crisi internazionale, rischia di accrescersi ancor più nella prospettiva di una diversa distribuzione delle risorse europee per le aree sottosviluppate, alla luce dell’effetto statistico indotto dall’allargamento dell’Unione. Occorre oggi un riconfermato forte e leale impegno politico e culturale che ci piacerebbe fosse sottoscritto ad iniziare proprio da tutti i partecipanti all’odierno incontro.

Rimane cosi ancora attuale il richiamo di Guido Dorso alla necessità che il superamento delle difficoltà del Mezzogiorno debba essere perseguito attraverso il ricambio ed il rinnovamento della classe politica: rinnovamento che può essere determinato soltanto da una nuova classe dirigente e da una rivoluzione delle coscienze indispensabile per favorire nuovi rapporti tra governanti e governati, tra amministratori e amministrati, tra istituzioni e cittadini.