Dalla relazione all' ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI :

PREMIO INTERNAZIONALE  IQBAL MASIH,  Napoli,11/9/03

NICOLA SQUITIERI 

GLOBALIZZARE LA SOLIDARIETA'

La globalizzazione è un fenomeno di portata storica sulle cui conseguenze si sono interrogati negli ultimi anni intellettuali, politici, uomini di Chiesa. Occorre creare le condizioni a livello nazionale e internazionale per assicurarsi la giusta parte dei vantaggi che da essa discendono.
Imperativo categorico per tutti gli uomini di buona volontà e soprattutto per i cattolici è quello di impoegnarsi a realizzare la globalizzazione della solidarietà
La globalizzazione pone su basi nuove i rapporti di cooperazione internazionale.
l paesi più deboli vanno sostenuti negli impatti, talora traumatici, con I'intensificazione degli scambi e con lo sviluppo delle tecnologie e dell'informatica.
Essi hanno difficoltà  ad adeguarsi e a reagire, con conseguenze sull'economia, sull'assetto sociale e sulla politica.
Vanno incoraggiati  gli sforzi degli organismi internazionali volti a sovvenire
queste economie. Dall'anno Duemila dell'era cristiana, la cancellazione di debiti
contratti nel passato da alcuni paesi tra i più poveri potrà reinserirli nel circuito
degli scambi, nel dialogo con le economie più sviluppate, con vantaggi per l'intera
economia mondiale.
E' necessaria una nuova divisione internazionale del lavoro. l paesi meno sviluppati possono sempre più volgersi alla produzione di beni dell'industria tradizionale, offrendoli sul mercato globale a costi contenuti. I paesi più ricchi dovranno concentrarsi in misura crescente nella produzione di beni e servizi avanzati; una collaborazione all'interno dell'Unione europea potrà risultare cruciale.
L' informatica, le telecomunicazioni, gli scambi stanno mutando il contesto nel quale anche la nostra società opera. Nell' era della globalizzazione, creare lavoro, dare un futuro ai giovani, non permettere che gli anziani siano espulsi dalla vita collettiva, convivere proficuamente nella sicurezza e nella legalità con gli immigrati: tutto ciò esige un adeguamento degli assetti economici e sociali. 
Una società è giusta se offre a ogni suo membro la possibilità di inserirsi, secondo le proprie attitudini e capacità nel mondo del lavoro, se permette a ognuno di collaborare al bene della comunità di cui è parte, di realizzare la sua personalità, di aprirsi a supremi valori spirituali.
Merito e coesione sociali possono convivere. Sono fattori potenti di progresso.
Emerge la rilevanza delle politiche della scuola e della formazione; della capacità di competere in Europa e nel mondo attraverso il capitale umano, i saperi, la cultura.
La politica della formazione e dell'istruzione a livello aziendale e a livello pubblico deve elevare il grado di professionalità La concorrenza internazionale ci spinge, necessariamente, verso attività produttive più qualificate sia nell'industria sia nei servizi.
Nelle aree del nostro Paese dove più alto è il livello di disoccupazione giovanile vanno create le condizioni esterne volte ad accrescere la produttività, attraverso investimenti infrastrutturali che aumentino la dotazione di capitale pubblico, e a contenere forme di devianza sociale che rendono problematici l'insediamento e la permanenza di imprese di media e piccola dimensione.
Soprattutto in queste aree caratterizzate da bassa occupazione, il costo del lavoro deve adeguarsi lungo linee di legalità e trasparenza alla minore produttività, al fine anche di ridurre quella forma di adeguamento di fatto che dà luogo al lavoro irregolare.
In queste aree più  che altrove è necessario un accrescimento della funzionalità delle pubbliche Amministrazioni.
Una maggiore efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa è condizione imprescindibile per il successo dell'intervento pubblico. Le importanti innovazioni legislative introdotte devono trovare pratica realizzazione 
Una modifica dell'ordinamento dello Stato che muova verso un maggiore decentramento, di impronta federalista, permette di meglio rispondere a un principio di sussidiarietà e di sottoporre una componente importante della spesa pubblica e del carico fiscale alle decisioni e al controllo delle comunità locali.

Va preservata una solidarietà di fondo tra le regioni più ricche e le altre. Lo sviluppo del Mezzogiorno costituisce un vantaggio anche per le aree più avanzate;rappresenta una opportunità per tutta l'economia italiana,
Il processo di globalizzazione deve imporci di guardare al mondo fuori dalla cerchia dei Paesi del benessere, ai Paesi che vivono in condizioni talora subumane di nutrizione e riparo, procedere  negli  sforzI per la cancellazione del debito superando residui indugi e indeterminatezze: lo impone la solidarietà  fra
i popoli, lo richiedono le esigenze dell'economia e dei mercati, .D ()-
Della globalIzzazione come ha ammonito Giovanni Paolo II 
non dobbiamo essere succubi, ma piuttosto I consapevoli dominatori a livello
dell'organizzazione del lavoro e ancor più a livello politico.