CROCEFISSI NELLE SCUOLE

ASSURDA SENTENTA CHE LIMITA ED OFFENDE

LA CIVILTA’ CATTOLICA

 

Il Tribunale dell'Aquila, al quale si era rivolto Adel Smith, ha data un mese di tempo per l’eliminazione dei CROCEFISSI nella SCUOLE.

 

INTERVENTO DELLA CEI

 

Roma, 26 ottobre 2003

La Cei insorge contro la sentenza del tribunale dell'Aquila che ha ordinato la rimozione dei crocifissi dalle aule scolastiche. La sentenza - ha detto stamane il segretario della Conferenza episcopale italiana, Mons. Giuseppe Betori - è in contraddizione con "una legge vigente dello Stato, che nessun Parlamento ha mai cambiato né tanto meno la Corte Costituzionale". La decisione del tribunale rischia - ha aggiunto - di aprire la strada ai "fondamentalismi religiosi più estremi". Il crocefisso non è solo un simbolo religioso - ha osservato ancora - ma anche "l'immagine in cui il popolo italiano riconosce le radici stesse della sua civiltà". Mons. Giuseppe Betori, in una dichiarazione rilasciata durante la trasmissione di Raiuno "A sua immagine", ha espresso "meraviglia per quanto successo". "Ciò che non ha fatto l'anticlericalismo ottocentesco - ha commentato - viene oggi presentato come una conquista della tolleranza".  "In realtà - ha ammonito - in nome di una malintesa tolleranza non si fa altro che dare ragione ai fondamentalismi religiosi più estremi". "E poi - ha aggiunto - vi è un richiamo da fare: qui non è una questione di concordati o di accordi tra Chiesa e Stato, ma si tratta dell'applicazione di una legge dello Stato, ovvero di applicare una legge vigente che nessun Parlamento ha mai cambiato né tanto meno la Corte Costituzionale". "Quanto al contenuto - aveva detto in precedenza stamani Mons. Betori, durante una messa celebrata nella Chiesa del Divin Maestro a Roma - credo che se è vero che il crocefisso è il simbolo della fede cristiana, è anche vero che esso è l'immagine in cui il popolo italiano riconosce le radici stesse della sua civiltà, radici irrinunciabili". Durante la messa, prendendo spunto dal brano evangelico che parla della guarigione del cieco operata da Gesù sulla via di Gerusalemme, il segretario della Cei aveva esortato i presenti a considerare quell'infermo come il simbolo di tutte le emarginazioni. "Emarginazioni non solo materiali ma anche spirituali", aveva aggiunto, parlando di "coloro che sono lontani dalla verità, ed anzi la combattono in nome di una falsa libertà".