ISTITUTO SANT’ANTIDA CASERTA

 

Comunicato stampa

 

 

Sant’Antida come Betlemme,

una Betlemme  di bambine e bambini ad animare il presepe vivente dell’Istituto Sant’Antida di Caserta. Tutti gli alunni e le alunne della scuola primaria paritaria a popolare le botteghe artigiane, la grotta, gli spazi dell’antico Istituto De Dominicis che quest’anno ha varato un Piano di Offerta Formativa d’avanguardia. Né vi poteva mancare tra le attività programmate la suggestiva rappresentazione del Presepe vivente, con il quale il personale docente e non docente, che lo ha ideato, costruito e realizzato, ha dato la prova della sua professionalità e creatività. Il pubblico, abituato a presepi viventi generalmente rappresentati da adulti, è rimasto sbalordito, immerso nella sottile luce delle lampade al suono delle zampogne. I genitori vi hanno ritrovato i loro bambini, ciascuno in costume d’epoca, a fare la propria parte, dalla Madonna a San Giuseppe, dalla portatrice di doni agli zampognari, pastori, artigiani, magi e tanti angioletti. Tutti i locali al piano terra dell’istituto sono stati coinvolti attraverso un percorso guidato da lampade, cordoni e transenne, che è stato provvidenziale per incanalare l’enorme afflusso di famiglie, ex allievi, amici e visitatori lungo i corridoi diventati stradine, fiancheggiati da postazioni di lavoro. Molti hanno ripetuto il percorso più volte, ammirando taverne, stalle, botteghe e luoghi caratteristici,  da quelli delle lavandaie a quelli delle lavoratrici del pane e della pasta, del ciabattino, del formaggiaio, salumaio e fruttivendolo, del pescivendolo, del castagnaio, del vinaio, delle cucitrici e ricamatrici. Insomma, c’era tutta la Betlemme con le sue arti e mestieri intorno al Bambino Gesù deposto nella mangiatoia. Pareti diventate roccia, tutti gli strumenti di lavoro pezzi autentici di antiquariato. Il pubblico li ha ammirati e i bambini hanno anche imparato che una volta si lavorava artigianalmente e che il pane si metteva a lievitare nelle madie, il pesce si vendeva nelle spaselle, il caffè si tostava nell’abbrustulaturo e si macinava con il macinino, il bucato si faceva sul lavatoio. Il pubblico li ha trovati tutti al lavoro. Hanno lavorato ininterrottamente per due ore, e oltre, sforando l’orario previsto dalle 17 alle 19, ognuno compreso nella propria parte. Un’esperienza costruttiva per tutti, che si ripeterà negli anni futuri, mentre già la superiora suor Maria Rosa Ceravolo e il presidente prof. Vincenzo Farina preparano un’altra sorpresa, a breve, che metterà ancora una volta insieme, e questa volta sistematicamente, genitori e figli sotto le volte del Sant’Antida.

 

Anna Giordano