IL 6 DICEMBRE FAREMO LA RACCOLTA NELLE PIAZZE ITALIANE
inviamo di seguito la ns iniziativa,chiediamo se è possibile la Vostra
collaborazione nel divulgare la notizia,sostenerci attraverso anche le Vostre
attivita':Il termine scade a meta' Dicembre , per noi sarebbe importante
recuperare le 20.000 firme che ancora mancano.UNA FIRMA SALVA UNA VITA!Potrete
contattarci tramite i numeri sotto indicati.In attesa di un Vs. riscontro, a
nome di Don Oreste Benzi, ringraziamo dell'attenzione.
CI AIUTATE?
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Della vita non si fa mercato
Raccolta di firme per la presentazione di una legge di iniziativa popolare per
la liberazione delle schiave e stop alla tratta degli esseri umani.
L' Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII da oltre 20 anni impegnata nella
lotta per la liberazione delle ragazze schiavizzate ti propone di aderire a
questo progetto di legge di iniziativa popolare che si propone di contrastare il
mercato di esseri umani che ogni giorno si svolge nelle nostre strade.
Cosa puoi fare?
a.. Firmare! Occorrono 50.000 firme entro l'11 dicembre 2003 per potere
presentare questa legge al parlamento italiano perchè la discuta.
b.. Inoltra questo messaggio ai tuoi amici o ai tuoi conoscenti e chiedigli di
fare altrettanto.
Dove firmare?
Nel tuo comune o nei punti di raccolta attivati dai volontari dell'Associazione.
Per sapere luoghi e orari, consulta il nostro sito internet
www.apg23.org
Trovi il testo della legge e la relazione di presentazione di seguito a questo
messaggio.
Telefona al numero verde 800-629639 Se sei interessato a fare qualcosa di più e
vuoi aiutarci nella raccolta o hai bisogno di maggiori informazioni.
Con questa legge
ci proponiamo di ottenere 2 risultati:
1 la liberazione delle schiave del sesso
costrette a prostituirsi dai criminali nelle strade e nei locali;
2 la fine della tratta degli esseri umani legata allo sfruttamento
sessuale.
PROGETTO DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE
Iniziativa annunciata nella Gazzetta Ufficiale n. 134 del 12 giugno 2003
Art. 1
1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque procura a sé
o ad altri o comunque si avvale di prestazioni sessuali in cambio di denaro o
altra utilità economica è punito con la multa da 1.000 sino a 5.000 euro.
2. In caso di reiterazione del reato di cui al comma uno, il fatto è
punito con la reclusione sino ad un anno e con la multa da 1.000 a 5.000 euro.
3. Se i fatti di cui ai comma 1 e 2 sono compiuti in luoghi pubblici o
aperti al pubblico si applica la pena della reclusione sino a due anni.
4. La pena detentiva di cui al comma 2 può essere sostituita, una sola
volta e su richiesta dell'imputato, con l'affidamento ai servizi sociali. Questi
ultimi possono convenzionarsi anche con le associazioni senza fini di lucro che
operano nel campo del disagio familiare.
Art. 2
Chiunque abbia rapporti sessuali con persone in stato di schiavitù o analogo
alla schiavitù, ai sensi dell'art. 600 del codice penale, soggiace alla pena
stabilita dell'art. 609-ter del codice penale.
Art. 3
Chiunque procura sfrutti, favorisca o agevoli in qualsiasi modo lo scambio di
rapporti sessuali a pagamento altrui, è punito con la reclusione da tre a sei
anni e con multa da 1000 a 10.000 euro.
Art. 4
Con cadenza trimestrale, sono organizzati dal Dipartimento delle pari
opportunità incontri trai rappresentanti del medesimo Dipartimento, del
Ministero della Giustizia, del Ministero dell'Interno, del Ministero del Lavoro
e politiche sociali, del Ministero della salute e di associazioni, enti ed altri
organismi privati di nota competenza che svolgono attività a favore degli
immigrati, iscritti negli appositi registri presso la Presidenza del Consiglio
dei Ministri, Dipartimento per gli affari sociali, in ordine alle politiche di
contrasto alla prostituzione.
Relazione
Ogni uomo e ogni donna sono persona e, come tali, non possono essere considerati
o ridotti ad oggetto mercificabile.
Ogni persona ha una dignità in se stessa, indipendentemente dalla sua condizione
sociale, dal suo credo religioso, dalle sue possibilità economiche.
La persona è parola irripetibile di Dio. Il corpo è parte integrante di questa
unità vivente, la persona, che non è pertanto commerciabile. Per sua natura,
quindi, il corpo è espressione del valore della persona e partecipa alla sua
funzione e missione fondamentale per l'intera umanità.
La civiltà di un popolo si misura dal valore che attribuisce alla donna, dal
grado di difesa della sua dignità.
La prostituzione, indipendentemente dalle modalità del suo esercizio, è sempre
attività contraria alla
Dignità dell'essere umano. Ridurre sia l'uomo che la donna ad oggetto è un
delitto contro l'umanità.
Noi oggi, in Italia e in Europa, ci troviamo di fronte a due problemi che
necessitano di urgente soluzione.
E' in corso la schiavizzazione della donna ad opera di efferati criminali, ai
fini dello sfruttamento del sesso attraverso la prostituzione forzata.
Siamo certi che nessun italiano accetta che anche una sola donna sia
schiavizzata. Tutti siamo d'accordo che le schiave debbono essere liberate. Con
adeguati e opportuni strumenti di analisi, di conoscenza e investigazione,
possiamo individuare le donne ridotte in schiavitù o in uno stato analogo e
quindi liberarle.
Tra il cliente e lo sfruttatore non c'è nessuna differenza e chiunque si serve
di persone trafficate
deve essere punito come il trafficante.
La legge punisce chiunque si serve sessualmente di una minore, perché essa è
ritenuta incapace di scegliere, in modo maturo e autonomo, la destinazione della
propria sessualità e affettività, se si tratta di una infraquattordicenne vige
il principio della intangibilità. La persona di minore età non è infatti ancora
libera di scegliere.
Proponiamo quindi di equiparare, ai fini della sanzione penale, l'uso sessuale
della donna schiavizzata, che non è in condizione di disporre di se stessa
liberamente, all'uso della minore infraquattordicenne abusata.
Da queste considerazioni nasce, in primo luogo, la necessità di un nuovo
intervento legislativo per punire gravemente l'uso sessuale delle persone
ridotte in schiavitù.
Ma anche sotto altri profili, la legislazione vigente sulla prostituzione
presenta limiti e carenze, che non consentono di contrastare l'offesa continua
alla persona, la cui dignità è sancita e tutelata dal diritto internazionale e
dalla Costituzione italiana.
I principi che stanno alla base della Repubblica italiana, dell'Unione Europea e
delle Convenzioni Internazionali, promosse dall'Organizzazione delle Nazioni
Unite, assumono, come valori universali: la dignità umana, la libertà,
l'uguaglianza e la solidarietà.
La Costituzione della Repubblica italiana, agli art. 2 e 3, esalta il valore
della persona umana e dei suoi diritti inalienabili.
L'Unione Europea nella Carta dei diritti fondamentali, impone il rispetto e la
tutela della dignità umana come valore inviolabile (art. 1); sancisce il divieto
di fare del corpo umano e delle sue parti in quanto tali una fonte di lucro
(art. 3); stabilisce che nessuno può essere sottoposto a trattamenti inumani o
degradanti (art. 4).
La Convenzione dell'ONU stipulata a New York il 21 marzo 1950 sullo
sfruttamento della prostituzione, resa esecutiva anche nel nostro paese con la
legge 23 novembre 1966 n. 1173, sancisce che deve essere punito chiunque, per
soddisfare le passioni altrui, procura, adesca o rapisca un'altra persona, anche
se consenziente, al fine di avviarla alla prostituzione, o comunque sfrutta la
prostituzione di un'altra persona, anche se consenziente (art. 1). La stessa
Convenzione impone di punire chiunque mantenga, diriga, amministri, contribuisca
a finanziare una casa chiusa, o conceda o prenda in affitto, in tutto o in
parte, un immobile o altro luogo ai fini dell'esercizio della altrui
prostituzione.
La legge italiana 20 febbraio 1958 n. 75, in sintonia con la Costituzione e con
la Convenzione dell'ONU, all'art. 3, punisce di conseguenza la proprietà,
l'esercizio, l'amministrazione, la direzione di una casa di prostituzione, la
tolleranza abituale della prostituzione in un locale di cui si è proprietario o
gerente o in un albergo, il reclutamento, l'induzione, l'agevolazione, lo
sfruttamento della prostituzione.
Nella nostra legislazione, però, il fenomeno della prostituzione non è
affrontato sotto il versante del cliente, che, con la sua domanda e la sua
pratica sessuale a pagamento, partecipa allo sfruttamento e all'offesa alla
dignità della persona ridotta a merce.
Il presente progetto di legge intende colmare la sopra esposta lacuna mediante
la punizione anche del cliente e la istituzione del Centro di Coordinamento per
la prevenzione e il contrasto della prostituzione, come già avviene in altri
Stati in cui esiste una matura sensibilità alla rivendicazione della dignità di
ogni donna.
Per tutti i motivi sopra riportati viene consegnato al Parlamento il presente
progetto di legge di iniziativa popolare, redatto in articoli, affinché venga
punito chiunque faccia della vita umana un mercato.