Amedeo Minghi in concerto

 

Un Amedeo Minghi totale è quello che farà da mattatore allo spettacolo di sabato 31 gennaio 2004, alle ore 20,30, al Teatro Auditorium di Teano. Un Amedeo Minghi che approda ad un teatro voluto da un Vescovo per la sua gente laica e che porta con sé l’eco di “Un Uomo venuto da lontano” con il quale ha cantato per Karol Woytjla. Grande attesa per un “AMEDEO MINGHI IN CONCERTO”, lo spettacolo fuori abbonamento che annuncia il tutto esaurito. Un Minghi dallo stile ben radicato nel nostro tempo, caro ai giovani per il suo timbro così avvincente e caro anche ai meno giovani per il suo timbro che non tradisce l’appartenenza alla migliore tradizione musicale.

Un Minghi dalla storia iniziata quasi per caso e segnata da una linea segmentata prima di arrivare al meritato e consolidato picco, che ora lo fa idolo incontrastato, padrone dei megapalcoscenici dei Palazzi della Musica ed anche della suggestiva cornice della Sala Nervi in Vaticano. Ad ospitarlo questa volta una altro “mega”, il Teatro Auditorium di Teano che con il suo grande boccascena si affaccia su una cavea, che ricorda la disposizione del teatro romano, e su una tribuna, che regala una fruizione da primo posto. Felice la scelta del concerto fatta dal direttore artistico del teatro, il maestro Ivano Caiazza, che nel calendario della stagione teatrale da poco iniziata, MUSICA VIVA 2004, ha inserito questo pezzo da novanta.

Un Minghi totale, perché l’artista regalerà al pubblico, tra il quale non mancherà mons. Francesco Tommasiello, il vescovo buono e solerte che crede nella forza edificante della musica, una serata totale, con una silloge dei suoi pezzi più gettonati.

La storia di Minghi viene da lontano, da qual 45 giri, oggi ricercatissimo, “Alla fine”, con il quale negli anni ’60 il giovane Amedeo si presenta alla Ricordi per una audizione. Il provino va bene e si traduce subito dopo nell’incisione del famoso e ricercato disco. Sicuramente è negli archivi delle discoteche per essere adoperato nelle serate di lusso. Ma allora non avrebbe avuto il meritato seguito e il giovane debuttante deve aspettare anni per il riconoscimento che gli tocca. Solo nel 1976 esplode con “L’immenso”, la prima grande affermazione che registra decine di versioni in tutto il mondo. Poi, nel 1983 l’incontro con un giovane poeta romano, Gaio Chiocchio, segna un momento di grande importanza nel suo percorso artistico. Un sodalizio felice dal quale nascono autentici classici: “1950”, “St. Michel”, “Quando l’estate verrà”, “Sognami”, “Emanuela e io”,, “Cuore di Pace”, “Ladri di sole”. A queste canzoni fa eco un tam tam nazionale e internazionale che decreta la vittoria di quest’artista. Inizia una tournée infinita, che tocca un milione di spettatori , costellata da centinaia di migliaia di copie con “La vita è mia”, “Canzoni”, Vattene amore” scritta per Mietta. , “Trastevere”, i concerti al Teatro Sistina di Roma e “I Ricordi del cuore” allo Stadio Olimpico che apre per la prima volta il suo spazio alla musica leggera, con 25.000 spettatori e l’accompagnamento di una grande orchestra  composta di quaranta elementi.

Un Amedeo Minghi anche interprete ed autore di colonne sonore per la televisione,con otto fiction TV e il primo sceneggiato prodotto in Finvest “Edera”. Poi, ancora altro successo con le cinque serie di “Fantaghirò”, i tv-movie di genere fantasy interpretati da Alessandra Martinez e Kim Rossi Stuart e distribuiti in 78 nazioni.

E’ questo il Minghi che saluta il nuovo Millennio con “Un Uomo venuto da lontano” dedicato a Giovanni Paolo II ed eseguito in Vaticano, al quale segue “Gerusalemme”, brano inedito commissionato in occasione del Grande Giubileo 2000, contenuto nel doppio CD Minghi Studio Collection. Un brano che porta con sé un sogno: quello di essere cantato a Gerusalemme, da un cantante ebreo e da uno palestinese, insieme, nel segno dell’incontro tra i popoli.

Ma non manca uno sguardo al passato della propria terra e questo si concretizza in “Anita”, il musical che narra la storia d’amore tra Anita e Giuseppe Garibaldi, proposto in centinaia di repliche, colonna sonora di uno sceneggiato su “Anita” in due puntate su RAI 1. Minghi si fa così messaggero dei valori del suo Paese, accogliendo gli inviti di vari Istituti di Cultura Italiana all’Estero e approdando al progetto “Roma d’amore” da lui stesso promosso e trasmesso in diretta dalle emittenti di tutta Europa.

Questo l’Amedeo Minghi che il Teatro di Teano aspetta con un pubblico che, come un uomo venuto da lontano, verrà anch’esso, almeno in parte, da lontano. Come sempre non solo pubblico locale e del circondario, ma che affluisce dal capoluogo e da tutta la provincia. E’ singolare questo teatro che si erge con la sua bella struttura tra il verde delle campagne sidicine, quasi ad inaugurare un novello agriteatro che lancia oggi una sfida ai teatri tradizionali, affondati nei centri storici, così come la lanciò non molti anni fa l’agriturismo ai ristoranti metropolitani di lusso e che sono diventati oggi la passione degli italiani. Uscire dalla congestione della città, imboccare vie alberate, arrivare in un luogo, Teano, che in età romana già fu sede di un prestigioso teatro, fruire di un ampio parcheggio, di servizi facilitati e completamente sbarrierati, è come avere un godimento nel godimento. E non è poco nel terzo Millennio. Per godere una serata genuina con Amedeo Minghi.

 

Anna Giordano